sabato 28 gennaio 2012

L' ONU

Esiste una categoria di persone che la Disoccupata Sentimentale DETESTA, ancor più dei responsabili del personale che ignorano i suoi CV : ovvero le signore di mezza età che ti chiedono lumi sui tuoi studi e sulla tua situazione lavorativa.

Con la pazienza di uno stratega giapponese, sto sperimentando ormai da tempo ogni tattica possibile per scrollarmi di dosso questo fastidioso soggetto il prima possibile, quando ho la sfortuna di incrociarne uno.
Ho già collaudato una serie di frasi di circostanza e espressioni rassegnate, del tipo "Eh, sa signora, con i tempi che corrono ...", "Oggigiorno anche un ingegnere fa fatica a trovare un posto ...", "Piove governo ladro", "Qui una volta era tutta campagna", volte ad attrarmi la comprensione solidale della signora, la quale DOVREBBE essere dotata del pudore sufficiente da capire che forse è il caso di cambiare argomento.
Esiste però una componente assai detestabile delle suddette IMPICCIONE, ovvero le conoscenti di famiglia, che, sapendo dei miei brillanti trascorsi scolastici e universitari, si aspettano che io abbia come minimo intrapreso la scalata di una multinazionale, o sia già comparsa su prestigiose riviste o stia comunque programmando una qualche sorta di impresa degna di grazia e lode imperitura. Costoro si rivelano le più ostinate e le più deluse, quando capiscono che, in realtà, sono ancora Disoccupata.
L'uscita da queste situazioni imbarazzanti (per me) richiede davvero un notevole sforzo di pazienza autocontrollo; in genere riesco a liberarmene facilmente solo se sono in condizioni psico-fisiche accettabili e il mio umore di partenza è discretamente positivo.

A differenza di stamattina.

Ieri notte sono tornata a casa alle 4.
Mi sono alzata alle 8
Alle 9.15 dovevo essere al lavoro (il mio secondo lavoro, l'unico per il quale sono pagata: la guida a chiamata in un Museo)
Prospettiva della mattinata: tre ore di ozio totale in attesa di qualche turista

Per evitare di crollare miseramente addormentata su un divanetto della biglietteria, mi ero portata da leggere.
Ogni tanto prendevo qualche appunto sul mio quadernetto, ma ero talmente rincoglionita che non mi venivano le parole e le frasi mi uscivano con i buchi.
Ad un certo punto vengo interrotta da una delle custodi (donna di mezz'età ...), che inizia a chiedermi in cosa mi sia laureata e oltre alla guida che lavoro stia facendo ...

MA LI MORTACCI TUAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!

No, stamattina non potevo farcela.

Ho deciso che riesumerò una vecchia tecnica. Alla domanda "Ma che tipo di lavoro stai cercando?" (tra l'altro, ma CHE CAZZO di domanda è?!? EH????), la prossima volta risponderò la più grossa e inverosimile baggianata che mi viene in mente, del tipo che mi sto candidando a un ruolo dirigenziale nell'ONU, oppure che parteciperò a un concorso pubblico indetto nel sultanato del Brunei per la promozione del latino, dell'ittita e di altre lingue morte, oppure che andrò a tenere lezioni di arte medievale alla NASA, oppure che il MOMA di New York mi vuole scritturare come musa ispiratrice.
In questo modo ho la certezza di lasciare di sale l'ascoltatrice, tramortirla e annichilire ogni tentativo interlocutorio.

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