lunedì 30 gennaio 2012

Questione di status ...


La Disoccupata Sentimentale e quella stranissima sensazione, quella che provi quando per compilare pratiche burocratiche ti chiedono la professione ...

La settimana scorsa dal dentista:
nome XX
cognome XX
età XX
anamnesi (malattie pregresse varie ed eventuali) XX
professione ...

io ero sdraiata sulla poltrona, con un'allegra tovaglietta verde sul petto. La domanda mi ha colto completamente impreparata.
"Studentmmmmmmmm"

Ommioddio.

E adesso cosa dico??

Pausa imbarazzante di una decina di secondi, durante la quale l'infermiera probabilmente si è chiesta se avevo dei problemi.

Obiettivamente, che cosa si può dire?

Disoccupata? No, avrei dato adito a espressioni sconsolate e una sequela di "mi dispiace", "ma cosa hai studiato?", "ma che lavoro stai cercando?" (per le conseguenze di questa idiotissima domanda, leggete il post precedente)

Studentessa? ... glom .... sigh ... non posso più barare

Tirocinante? Peggio che andar di notte

Mmmmm, tirocinante in regime di volontariato? ufff, troppo strano, avrei suscitato altre domande

Per salvare la situazione, ho optato per un molto politically correct "Impiegata" ... il che non è così lontano dalla realtà dal momento che io Impiego il mio tempo a cercare lavoro ...

E in tutto ciò sorge spontanea la domanda:
ma il dentista .... cosa accidenti se ne fa di sapere la mia professione?!?!

bah ...

sabato 28 gennaio 2012

L' ONU

Esiste una categoria di persone che la Disoccupata Sentimentale DETESTA, ancor più dei responsabili del personale che ignorano i suoi CV : ovvero le signore di mezza età che ti chiedono lumi sui tuoi studi e sulla tua situazione lavorativa.

Con la pazienza di uno stratega giapponese, sto sperimentando ormai da tempo ogni tattica possibile per scrollarmi di dosso questo fastidioso soggetto il prima possibile, quando ho la sfortuna di incrociarne uno.
Ho già collaudato una serie di frasi di circostanza e espressioni rassegnate, del tipo "Eh, sa signora, con i tempi che corrono ...", "Oggigiorno anche un ingegnere fa fatica a trovare un posto ...", "Piove governo ladro", "Qui una volta era tutta campagna", volte ad attrarmi la comprensione solidale della signora, la quale DOVREBBE essere dotata del pudore sufficiente da capire che forse è il caso di cambiare argomento.
Esiste però una componente assai detestabile delle suddette IMPICCIONE, ovvero le conoscenti di famiglia, che, sapendo dei miei brillanti trascorsi scolastici e universitari, si aspettano che io abbia come minimo intrapreso la scalata di una multinazionale, o sia già comparsa su prestigiose riviste o stia comunque programmando una qualche sorta di impresa degna di grazia e lode imperitura. Costoro si rivelano le più ostinate e le più deluse, quando capiscono che, in realtà, sono ancora Disoccupata.
L'uscita da queste situazioni imbarazzanti (per me) richiede davvero un notevole sforzo di pazienza autocontrollo; in genere riesco a liberarmene facilmente solo se sono in condizioni psico-fisiche accettabili e il mio umore di partenza è discretamente positivo.

A differenza di stamattina.

Ieri notte sono tornata a casa alle 4.
Mi sono alzata alle 8
Alle 9.15 dovevo essere al lavoro (il mio secondo lavoro, l'unico per il quale sono pagata: la guida a chiamata in un Museo)
Prospettiva della mattinata: tre ore di ozio totale in attesa di qualche turista

Per evitare di crollare miseramente addormentata su un divanetto della biglietteria, mi ero portata da leggere.
Ogni tanto prendevo qualche appunto sul mio quadernetto, ma ero talmente rincoglionita che non mi venivano le parole e le frasi mi uscivano con i buchi.
Ad un certo punto vengo interrotta da una delle custodi (donna di mezz'età ...), che inizia a chiedermi in cosa mi sia laureata e oltre alla guida che lavoro stia facendo ...

MA LI MORTACCI TUAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!

No, stamattina non potevo farcela.

Ho deciso che riesumerò una vecchia tecnica. Alla domanda "Ma che tipo di lavoro stai cercando?" (tra l'altro, ma CHE CAZZO di domanda è?!? EH????), la prossima volta risponderò la più grossa e inverosimile baggianata che mi viene in mente, del tipo che mi sto candidando a un ruolo dirigenziale nell'ONU, oppure che parteciperò a un concorso pubblico indetto nel sultanato del Brunei per la promozione del latino, dell'ittita e di altre lingue morte, oppure che andrò a tenere lezioni di arte medievale alla NASA, oppure che il MOMA di New York mi vuole scritturare come musa ispiratrice.
In questo modo ho la certezza di lasciare di sale l'ascoltatrice, tramortirla e annichilire ogni tentativo interlocutorio.

venerdì 27 gennaio 2012

Occasioni sfumate


Quando si è stagisti, tirocinanti o disoccupati in generale, la sfortuna sembra perseguitarti con più accanimento del solito.
Magari è auto-suggestione, o forse quando non si ha un impiego fisso si è particolarmente ipersensibili, ma ci sono proprio quei momenti in cui tutto sembra remarti contro.

Per esempio questa mattina.
Mi reco nel ridente ufficietto a cui ho deciso di devolvere qualche mese di volontariato e chiedo aggiornamenti alla collega.

Premessa doverosa: in questo ufficietto ho accettato di fare del volontariato a patto che mi venissero affidate non le fotocopie, ma dei progetti seri. E così è stato, visto che dovrei seguire la promozione di un minuscolo museo di provincia, con annessa valorizzazione turistica ..... tooooop, ho pensato quando me l'hanno proposto, proprio per fare queste cose ho studiato!
Mi ero quindi messa di buona lena a seguire il tutto, consapevole del fatto che stavo comunque lavorando su piccole realtà di montagna ( = senza soldi, senza spazi, senza interesse per il tuo lavoro), ma sufficientemente soddisfatta dell'incarico.

Ho avuto a che fare con croniche mancanze di fondi, sindaci ostili, siti internet non funzionanti, montanari complottisti, pali dell'Enel che bruciano, tartine assassine, intossicazioni da sigarette Lido e altre amenità, ma dentro di me ero moderatamente tronfia della possibilità di seguire da vicino un tipo di progetto che si avvicinava moltissimo a quello che vorrei fare DA GRANDE ...

Stamattina quindi mi reco in ufficio con l'idea di lavorare su un bando da presentare in Regione per un finanziamento per il suddetto museo (sempre tronfia del fatto che "farò del volontariato, ma almeno ho un progetto su cui lavorare"), quando la mia collega mi comunica la notizia che mi fa -appunto- credere di essere perseguitata dalla sfiga ...

Sarebbe da ridere se non fosse una cosa anche un pò tragica ...

La proprietaria del museo, un'arzilla vecchietta novantenne, fumatrice accanita di sigarette Lido (che evidentemente sono in produzione solo per lei ... visto che quando va in tabaccheria non compra un pacchetto, ma una stecca intera), insomma quella che -indirettamente- mi ha affidato il primo incarico lavorativo SERIO ...

..... a quanto pare ha in progetto di tirare le cuoia da qui a breve ....

Ora, ma ..... gnnnbblblblblsfffprrrrrrsgrrrrlgnauu ...

uff

giovedì 26 gennaio 2012

Colloquio alla moda


Primo post sul nuovo blog ... non ho intenzione di tediarvi con piagnistei circa la mia disoccupata instabilità emotiva, quindi salto subito in medias res ...

Oggi dovevo recarmi in una ridente cittadina romagnola per un colloquio di selezione per un tirocinio all'estero retribuito (ommioddioommioddioommioddio esiste davvero!!!!!!!!).

Voglia di prendere la macchina e farmi un'ora e mezza di autostrada : zero
Voglia di fare il colloquio: surgelata
Interesse per la cosa: indefinito

Il mio sedere era così perfettamente incastonato nel divano della casa del Moroso che era quasi un peccato rimuoverlo, ma tant'è ... al giorno d'oggi non ci si può permettere di snobbare nessuna opportunità ...

Il poco di dignità che mi era rimasta mi aveva impedito di uscire in pigiama la mattina, ma il mio vestiario non era comunque molto diverso da quello notturno; i capi avevano nomi diversi (i pantaloni del pigiama sono diventati pantaloni della tuta e la maglia del pigiama è diventata una maglia da stare in casa), ma la comodità e il grado di informità erano pressochè gli stessi. Mi armo di un pò di voglia, mi metto un paio di scarpe comode, con un paio di manate cerco di abbassarmi il ciuffo di capelli che tende ad assumere artistiche connotazioni verticali quando mi sveglio, giacca, sciarpa e via ...

Passo il viaggio in macchina ridacchiando come un'idiota ascoltando lo Zoo di 105, zigzagando tra una corsia e l'altra a causa delle risate che mi facevano fare movimenti inconsulti col volante. Questo per dirvi quanto fossi preoccupata da questo colloquio.

Arrivo agli uffici dell'Ente organizzatore e vengo accolta da un gruppetto di ragazze in attesa del proprio turno. Con occhio critico noto una sovrabbondante presenza di tacchi, fondotinta e capelli piastrati ... dentro di me gongolo della comodità della mia tuta, ma mi sento comunque in dovere di infilarmi in bagno per tirarmi due righe di matita sugli occhi. Mi guardo allo specchio e sono costretta a confessare a me stessa che il livello di sciatteria che sto raggiungendo in questi giorni è al limite del disapprovabile. Meno male che la mia parrucchiera mi ha fatto un bellissimo taglio autarchico e auto-gestente, che mi fa apparire molto più gnocca di quanto non tradisca la tuta e le scarpe chiazzate di polvere. E' anche dotato di due fantastici ciuffi a mo' di basette che, se adeguatamente messi in posa, mi danno un'aria assai agressive.
Esco dal bagno convinta che la tuta e gli occhi bistrati mi distinguessero assai dal luogo comune ... il che non era poi così lontano dalla realtà ...

Nell'attesa del colloquio, mi dedico ad osservare la fauna locale. L'Ente organizzatore è un istituto di formazione nel campo della moda. Inutile dire che i soggetti che lo frequentano cerchino di darsi un'aria originale e creativa. Innanzitutto erano tutte ragazze, divise in due tipologie: le anoressiche, che sembrano strafighe anche con una tuta da metalmeccanico, e tutte le altre, che, non avendo un fisico da modella, si sentono in obbligo di dotarsi del cosiddetto "dettaglio fashion". Si distinguono una chiattona con i jeans strappati che si ribellano alle convenzioni, doppia borsa di Fendi e Clarks ai piedi e un'altra alternativa, anche lei con i pantaloni della tuta, scarponi (mi sono sentita in competizione!!) e un bel bauletto di Gucci.

Del colloquio -durato 10 minuti- si segnala la domanda "Come ti immagini nel tuo futuro? Tra 4 o 5 anni, ti svegli la mattina e cosa fai?" Io ero tentata di risponderle molto venialmente "Conto i soldi del mio stipendio da contratto a tempo indeterminato", però mi sono morsa la lingua e ho sbrodolato una serie di baggianate sulla possibilità di conoscere gente nuova e culture diverse, avere ogni giorni nuovi stimoli, vivere in una realtà internazionale e metropolitana e blablabla e una serie di altre ca****e che ci si aspetta che una ragazza di 25 anni abbia in mente. Che sono verissime, per l'amor del cielo, però anche avere i soldi per pagarmi le bollette ... sai ... potrebbe essere cosa buona e giusta.

Sono tornata a casa, ho salutato mia mamma dicendole che ero andata a fare il colloquio e lei mi squadra le scarpe e i pantaloni della tuta, non dice niente, ma le leggo in faccia "E ci sei andata conciata in questo modo?"

Ora sono seduta al tavolo della cucina col mio vecchio, e sto decidendo se chiedergli o no il permesso di dormire qualche notte dal Moroso ... temo molto che mi dica di no e "ti mantengo io e fai quello che dico io"

Nessun bar cerca una cameriera?!?! Giuro che so mettermi giù anche molto gnocca quando voglio!!!!